DOCUFORUM #0 Proiezione #2 | La bocca del lupo, Pietro Marcello

MARTEDI 27 MARZO 
h. 20

Docuforum #0

Proiezione #2 | La bocca del lupo, Pietro Marcello


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Non siamo partiti da una sceneggiatura – non credo che sia sempre essenziale scrivere prima, specialmente in film di questo tipo – ma si è proceduto nella costruzione del racconto in sede di montaggio, giorno dopo giorno.”
P. Marcello

Nella primavera del 2008 è iniziata la preparazione de La bocca del lupo, ma solo verso la fine di quell'anno è nato il film. Il punto di svolta corrisponde al momento in cui Enzo e Mary hanno deciso di raccontarsi nel piano sequenza che li ritrae seduti l'uno accanto all'altra nella loro mansarda di Vico Croce Bianca.
È da lì che siamo partiti per costruire la storia: la loro confessione è stata uno spartiacque decisivo, la convergenza di un lungo, difficile periodo di avvicinamento alla città e a i personaggi.”
S. Fgeier

Dalle opinioni e riflessioni su amore e sessualità degli italiani degli anni Sessanta conComizi d'amore, alla storia di UN amore, nella Genova di oggi: la seconda serata di proiezioni di Docuforum#0 ospita La bocca del lupo di Pietro Marcello.

Né film a soggetto, né documentario in senso stretto, La bocca del lupo è un poema visivo e sonoro di rigorosa bellezza ed intensa delicatezza, che dal reale parte e si nutre, trasfigurandolo poeticamente senza alcun tradimento o buonismo.

È Genova – con la sua storia, il suo vecchio angiporto e le vite che brulicano nei carrugi – a tenere insieme le due linee narrative che dialogano nel film, costruendo un continuo rimando tra “micro” e “macro”. Con le parole del regista, “Enzo e Mary rappresentano la 'piccola' storia, il presente, quello che resta, all'interno della 'grande' storia di una città. Il film ha una struttura circolare, articolata su più livelli. La 'piccola' storia di Enzo e Mary si intreccia con la 'grande' storia della città, della sua memoria e dei suoi abitanti. Le linee narrative nel film procedono compenetrandosi, dialogando o a volte sfiorandosi appena in un racconto che mescola linguaggi, stili, generi e materiali diversi.

Quest'alternanza, visivamente, è segnalata da un costante fluire tra materiali di repertorio – girati in super8 da cineamatori genovesi per buona parte del Novecento – da un lato e le immagini che raccontano il presente di Enzo e Mary dall'altro. Il quasi onirico montaggio di Sara Fgeier procede per assonanze: “Dall'eterogeneità dei materiali organizzati abbiamo provato a dare vita con grande libertà a un flusso di immagini, legate da rapporti nuovi e inediti, che si costituiscono in un continuo e molteplice collegamento di tracce. Il montaggio ha un andamento contrappuntistico creato dall'inserimento di immagini provenienti da diversi contesti, dall'uso del rallentatore o dal succedersi serrato delle inquadrature. L'immagine è utilizzata come memoria attiva, come oggetto immateriale in grado di poter essere manipolato e utilizzato in funzione di nuove riconfigurazioni, di nuovi sensi, di nuove interpretazioni.

Genova, 2 marzo 2010

Caro Marcello,
sono molto lieto, se posso dire così, che sia molto difficile entrare in contatto con Lei [...]
Elisabetta Pieretto Le avrà certamente detto, in ogni caso, che il suo film, a me, è piaciuto straordinariamente [...]
voglio dirle un paio di cose:
  1. il suo film, secondo me, è un caso raro di ripresa, molto efficace e calcolata e meditata, di elementi che trovano le loro radici nei tempi – per me beati – delle ricerche d'avanguardia [...]
  2. la congiunzione tra 'narrazione e 'documento', per non dire la fusione, mi pare riuscitissima [...]
Questo è tutto, e meglio è scriverlo, forse, per ora; poi, mi auguro, ci incontreremo; Genova, ormai, la conosce a perfezione;
con ammirazione e simpatia,

Edoardo Sanguineti

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